La storia di un immigrato libico tornato in patria a combattere
A chi si chiede se dietro i ribelli libici ci sia Al Qaeda, i fondamentalisti islamici o i servizi francesi, diamo un consiglio: venga a Firenze. In una dignitosa palazzina di un quartiere borghese abita un uomo, nato 37 anni fa a Misurata: Mustafà. A Firenze dal 2002, all’inizio ha lavorato da imbianchino, oggi si dedica all’import-export. Ma quando scoppia la rivoluzione lascia la bella casa e l’attività in Italia, per imbracciare un kalashnikov e rischiare la vita in Libia. A Bengasi incontra un inviato del Fatto Quotidiano che riporta le sue parole: “Sto tentando di andare dalla mia famiglia a Misurata. Non ho mai preso un’arma in mano, ma non è difficile maneggiarne una: sono pronto ad addestrarmi e a partire. E’ il senso del dovere che mi ha
richiamato in patria, per combattere questo assassino.” Nulla si era più saputo del suo viaggio controcorrente. Dopo 80 giorni è tornato e ci racconta.
Misurata era il fronte caldo, ostinatamente ribelle e accerchiata. Come ci sei arrivato? In nave da Bengasi aggirando Sirte, roccaforte del rais. Il porto era martellato dai Grad, la nave è stata ferma un’ora prima di entrare. La città era piena di carri armati e cecchini mercenari. I loro cadaveri portano documenti stranieri: Siria, Mali, Kenia; c’erano persino due cecchine colombiane. Contro di loro la gente si è unita: chi poteva combattere si è armato, chi poteva far da mangiare ai ribelli ha cucinato, chi aveva una barca ha portato armi e cibo da est.
Hai trovato i parenti? Il mio quartiere era occupato, mi chiedevo “ora dove vado?” Per fortuna un amico mi ha detto che erano tutti nei due quartieri liberi. Ho trovato i miei genitori con tanta tristezza negli occhi, ma stavano bene. Ho passato la sera con loro: mi hanno raccontato che le brigate di Gheddafi sparano ai civili, ai palazzi, con carri armati e bombe a grappolo. Quando sono arrivati, ommi (mamma) che è anziana e non cammina bene, era sul letto. Hanno sparato alla finestra, due proiettili l’hanno mancata di 40 cm. I miei sono scappati subito.
Poi ti sei arruolato? Sì, nella squadra di liberazione del mio quartiere. Mi hanno accolto con gioia, soddisfatti che ero giunto fin dall’Italia a dare una mano. Il dovere chiama qualsiasi persona, anche lontana.
Avevi paura? I primi due giorni, spesso ho pensato: questo secondo potrebbe essere l’ultimo. Dei compagni mi sono morti a fianco, sfigurati dai proiettili: un mio ex-studente, un amico di mio fratello. Muoiono tutti col sorriso, ti giuro, perché cadono tra le mura di casa, le vie del quartiere. Questo graffito (mostra la foto) l’ho fatto io: “Noi lottiamo per le nostre donne, la terra, la dignità. Voi uccidete per un assassino.” I fratelli libici che muoiono per Gheddafi sono sotto droga o magia: non capiscono che lui fa male al paese? Gli ufficiali ordinano di colpire moschee, neanche i cristiani arrivano a tanto.
Come avete stanato i cecchini? L’idea è stata di liberare casa per casa, bloccando le strade con container di sabbia trainati da camion. Si lancia il camion con la chiave inserita e quando è al punto giusto gli si spara alle ruote.
Al Qaeda è con voi? No. Ci vedete con la barba e pensate male. Non ci rasiamo quando siamo tristi e poi (sorride) la barba piace alle donne. Ci sono video su internet in cui i ribelli scherzano, fumano, ballano. Hai mai visto Bin Laden ballare?
In Egitto c’è la giunta militare. Temi altri dittatori? La gente ha rotto il muro della paura. Sono sincero, non è facile cambiare mentalità dopo 42 anni. Ma abbiamo voglia di cambiare. Non ci saranno giunte militari perché non c’è l’esercito, solo mercenari di Gheddafi.
Sbarcano molti libici da noi, li manda lui? Sicuro, fa queste cazzate per attirare l’attenzione del mondo. Noi pensiamo a combattere.
Perché sei tornato? Presa Misurata, i ribelli cercano professionisti per la guerra in campo aperto: non servo. Sono tornato perché la città è libera, la famiglia al sicuro. Il 23 mi sposo con una tunisina. Non ho rinviato le nozze: dobbiamo sposarci, continuare a vivere. Sono tornato perché amo Firenze tantissimo.
Liberata Misurata dal passato, il ribelle fiorentino-libico vuole costruirsi a Firenze un futuro. Se lo merita.
Articolo pubblicato su Il Nuovo Corriere di Firenze
ym
12 agosto 2011
Che strana guerra! Ho già sentito di altri che tornano in Libia per una settimana o due a dare una mano ai ribelli. Allora è facile combattere, usare i mitra, dislocarsi sul terreno, fare agguati alle truppe nemiche? Meraviglioso, sembra un film tratto dalle mille e una notte. Ci sono perfino i sodati regolari , poveretti, costretti con i filtri e la magia.
Vedi Mustafà, io credo che sei sincero, ripeti quello che hai sentito dire dal CNT, come i nostri giornali che hanno scritto che Khamis era morto solo perchè l’ha detto il CNT, e tante altre favole..
Dovresti pensare, anche se sarà molto doloroso, che è stata chiamata la Nato per bombardare la gente di Tripoli cercando di uccidere il rais.
Credi che sia così che potrà nascere un paese migliore? Uccidendosi tra fratelli per commettere un assassinio politico?
Io non lo credo, sai cosa credo invece? Che tutto questo mette Gheddafi nella condizione di essere, lui che è un dittatore, il difensore della legalità. Sta dimostrando all’America, alla Francia, alla Gran Bretagna che il niovo colonialisno non passa tanto facilmente.
Avevo sempre augurato alla Libia un governo migliore, ma ora credo sia meglio che tenga quello che ha, fino a che non inizia una vera e onesta opposizione.
Oro Colato
12 agosto 2011
Gentile ym,
Mustafà non può leggere il suo commento e mi sento in dovere (da intervistatore) di prendere le sue difese. Prima di tutto dovrebbe mostrare più rispetto delle sue parole perché Mustafà non parla “per sentito dire dal CNT”: a combattere c’è stato e non una settimana, ma due mesi, fino a che non ha liberato casa e famiglia. Questo è quello che mi ha raccontato e sinceramente gli credo.
Credo anche nella sua causa. “Uccidendosi tra fratelli per commettere un assassinio politico” potrà nascere un paese migliore?
Io penso di sì, è successo lo stesso in Italia. Ci siamo uccisi tra fratelli per appendere Mussolini a capo all’ingiù e abbiamo fatto nascere un paese migliore. Piazzale Loreto era evitabile. Ma inevitabile era la guerra per farlo fuori.
La sfido a trovare altri mezzi per superare una dittatura. Il cavalleresco passo indietro non è roba da cammellieri sanguinari, e Gheddafi ce ne fa mostra ogni giorno. Non indietreggia se non davanti alla morte. Potremmo aspettarne il trapasso naturale, ma ha 6 figli pronti a prendere le redini del potere e continuare il regime.
Le bombe della Nato che colpiscono i civili sono terribili. Ma i “pacifisti” si dimenticano che prima era Gheddafi a bombardare le popolazioni ribelli. Si dirà, le bombe uccidono allo stesso modo, cosa cambia? Cambia che la Nato tenta di non colpire i civili, Gheddafi mirava appositamente contro di loro.
Infine lei dice ” avevo sempre augurato alla Libia un governo migliore, ma ora credo sia meglio che tenga quello che ha, fino a che non inizia una vera e onesta opposizione.”
Quale sarebbe la vera e onesta opposizione, se non quella di gente come Mustafà che torna in patria e rischia la vita, avendo tutto da perdere e una sola cosa da guadagnare: la libertà?
ym
29 agosto 2011
mi spiace del ritardo con cui rispondo e non voglio entrare in polemica. Mustafà è una vittima. Lei invece no, lei è un cittadino italiano e ha tutte le possibilità di non credere alle informazioni che vengono date appositamente per giustificare un’aggressione. Abbia la bontà di informarsi su fonti indipendenti e verrà a conoscere che i bombardamenti del governo non ci sono stati, che su un giustificato malcontento popolare si era già innestato un progetto bellico, partito forse due anni fa quando la Libia ha minacciato di nazionalizzare le az petrolifere straniere. Non aspetti che tutto ciò diventi storia per ragionarci su
In quanto al paragone con Mussolini, le ricordo che gli alleati non hanno cominciato una guerra per liberare noi- Però è bene che ne abbia parlato, visto che Mussolini aveva presentato l’aggressione fascista contro l’Etiopia come una campagna per liberare quel paese dalla piaga della schiavitù! Lei ci crede? E’ stato così? Ora la Nato fa la stessa cosa di Mussolini.
L’altro modo c’era ed era la proposta Chavez e Unione Africana, ma il CNT ha rifiutato, o come credo gli hanno imposto di rifiutare perchè il CNT rappresenta tutto fuorchè gli interessi della popolazione, fin da subito a partire da quella bengasina dove sono stati uccisi tutti quelli che erano contrari alla “rivoluzione”, Ora quello che sta accadendo a Tripoli non ha nulla lontanamente a che fare con le condizioni di vita che ogni angolo della Libia ha avuto in passato, perfino sotto il re ,prima che venisse trovato il petrolio.
Si può certamente avere simpatia per il CNT, si può certamente pensare che le guerre siano una soluzione, ma non si può dire che non c’erano altri modi, non si può fare alcun paragone con il regime, nemmeno nei momenti della repressione, perchè se non lo sa, e forse non lo sa, Gheddafi è stato il primo a capire il pericolo del terrorismo islamista e il primo a spiccare un mandato di cattura su Bin Laden —- rifugiato, guarda un pò, nella zona di Bengasi.
Niente di personale con lei, ovviamente e lo ripeto, ma c’è una enorme differenza fra aver amicizia e compassione per i casi individuali e fare di questo un dato collettivo sul quale impostare la distruzione di un paese, mettere un governo fantoccio e chiamarla liberazione.
Oro Colato
30 agosto 2011
Primo: non so di quali fonti indipendenti lei parli e soprattutto indipendenti da cosa. Io leggo più o meno tutti i principali giornali italiani, ho visto la Cnn e Al Jazeera durante il conflitto. Di bombardamenti hanno parlato tutti.
Che mentano? Non lo so. Mi sembra strano che i ribelli chiedessero a gran voce la no fly zone, se i bombardamenti di Gheddafi non c’erano.
Comunque con una fonte diretta ho cercato di informarmi: Mustafa. I suoi genitori gli hanno raccontato dell’uso di carri armati e di bombe a grappolo sui civili di Misurata. Che si siano inventati tutto per far bella figura col figlio? Non lo so, ma tutto mi fa pensare che le bombe, i razzi e i carri armati, Gheddafi li ha usati finché ha potuto.
Che poi il merito di questa rivoluzione sia stato dei servizi francesi come ha scritto Franco Bechis di Libero (è questa la sua fonte indipendente?) ci credo poco. Qualche magheggio i francesi l’avranno fatto, ma un popolo non si fa ammazzare perché glielo suggerisce Sarkozy.
Lo sa come è nata la rivoluzione? Con una manifestazione pacifica dei parenti delle vittime della strage di Abu Salim: la prigione dove 1270 prigionieri politici sono stati trucidati da Gheddafi.
Protesta per liberare l’avvocato dei diritti umani che difendeva i parenti di queste vittime. Ecco dov’è nata la rivolta: dalla disperazioni delle madri, dei padri, dei fratelli che volevano indietro almeno il corpo del defunto.
E poi lei che mi parla di storia, lo sa che Lenin si fece pagare il viaggio di ritorno in Russia dai tedeschi? Ma a nessuno verrebbe da dire che la rivoluzione sovietica è stato merito del Kaiser. Lui per primo si rivolterebbe nella tomba.
Secondo: io non conosco i fini della Nato. Temo come lei che siano meramente economici. Non mi interessa, i ribelli, i civili avevano bisogno della Nato per non essere massacrati dalla furia repressiva del Rais. E sono certo che di morti ce ne sarebbero stati molti di più senza la Nato. La guerra sarebbe durata molto di più, mille grazie ai pacifisti.
Lei mi parla della mediazione tramite Chavez e l’Unione Africana rifiutata da quei mascalzoni dei ribelli. Ma non capisce che era solo una mossa di Gheddafi per prendere tempo, evitare l’intervento Nato e schiacciare i ribelli? Non ricorda che è Gheddafi ad aver rifiutato tutte le vie d’uscita che gli hanno offerto i “ratti” ribelli per andarsene?
Che Gheddafi abbia cercato di prendere Bin Laden mi fa piacere, ma non cambia che il suo fosse un regime. E non vuol dire che tra i ribelli ci sia Al Qaeda: la sua è una pura supposizione. I ribelli non gridano viva Osama, ma viva Obama. Non parlano di sharia, ma di libertà.
Infine, perché deve sminuire il coraggio e il sacrificio di migliaia di persone?
Prima dell’intervento Nato esisteva il CNT. Prima dell’intervento Nato, i ribelli avevano preso la Cirenaica e Misurata, metà del paese. Prima dell’intervento Nato, molti di loro erano già morti e molti sono morti dopo.
Si può eccome chiamarla Liberazione, almeno quanto la nostra, dove gli americani combatterono per davvero da terra, e i partigiani militarmente parlando non furono decisivi.
Il governo dunque non sarà fantoccio. Non è questo il problema: la legittimità gli è data dal sangue del popolo libico. La grande sfida è se riuscirà o meno ad essere democratico.
Io ci spero. E se i ribelli sono tutti come Mustafà, ci credo.
ym
30 agosto 2011
indipendente significa, nell’accezione della stampa: non dipendente dagli interessi che determinano gli eventi. La rete glieli mette a disposizione, ed è proprio sul fatto che il pubblico segue solo i grandi media che contano i governi per coprire di gloria i bassi moventi. Con tutte le aggressioni che sono state portate dal Nord all’>Africa per imporre governi amici (avrà seguito la Costa d’Avorio e l’intervento di Sarkozy mentre tutti già guardavano alla Libia) c’è stato tempo di procurarsi, volendo, fonti di informazione alternative, quelle che in questi giorni sono state minacciate dai combattenti e osteggiate dai colleghi della Cnn e hanno dovuto fortunosamente riparare a Malta. Queste cose non le dice il tg, bisogna cercarle.
“Il governo non sarà un fantoccio” lei scrive. Sospendiamo ora e diamoci appuntamento fra un anno. Ma intanto tenga presente che, con tutta la paura che ci hanno messo del terrorismo islamico, la Nato ha insediato come comandante di Tripoli un noto terrorista islamico, intrallazzone con la Cia, reduce dall’Afghanistan: Abdelhakim Belhadj
la saluto, auguri per il blog
Oro Colato
31 agosto 2011
Vediamo tra un anno. Spero di avere ragione. E spero che lei speri di sbagliarsi.
Oro Colato
3 settembre 2011
Per fare chiarezza su Abdelhakim Belhaj:
“E’ il nuovo comandante militare di Tripoli: un islamista, sospettato di legami con Al Qaeda e tra i fondatori del Gruppo Islamico di Combattimento Libico (Lifg). Ha guidato un importante battaglione di ribelli fin dall’inizio della guerra, attorno ai quali è nata la leggenda della presenza di qaedisti in Libia: sono conosciuti per essere i più ribelli tra i ribelli, senza pietà e senza rispetto dell’autorità del Cnt. Ma Belhaj si è sempre distanziato da queste dicerie, dichiarandosi “moderato”. Negli anni ’80 ha combattuto contro i sovietici in Afghanistan, al fianco dei mujaheddin aiutati dagli Stati Uniti, così come adesso l’Occidente anti Al Qaeda sta aiutando i ribelli libici, malgrado i sospetti e i timori, espressi soprattutto da alcune agenzie d’intelligence.
Belhaij fondò il Lifg nel 1995, che rivendicò nel 1996 un tentativo fallito di assassinare Gheddafi, il quale negli ultimi anni cominciò a far la guerra agli islamisti, non in quanto estremisti ma perché minacciavano il suo potere e per fare contento l’Occidente con cui faceva ormai affari. Quello che è ora il leader del Consiglio militare di Tripoli, fu consegnato nel 2004 dagli agenti segreti Usa al Colonnello, che lo rinchiuse nel famigerato carcere di Abu Salim, dove il regime teneva i prigionieri politici, la maggior parte di loro della Cirenaica.”
E’ tratto da un articolo del Fatto Quotidiano, fonte che reputo indipendente perché non riceve finanziamenti pubblici né dritte dai padroni, perché non ne ha. Fonte più attendibile di molti siti internet “indipendenti” che fanno di ogni diceria una verità, di ogni sospetto una condanna, di ogni mistero un complotto.
Per questo la frase “la Nato ha insediato come comandante di Tripoli un noto terrorista islamico, intrallazzone con la Cia, reduce dall’Afghanistan” è farcita di sciocchezze. Primo: non ha senso che la Nato si diverta a mettere terroristi a capo di qualunque cosa, a meno che lei non creda alla favola che gli Usa si son tirati giù le torri gemelle da soli.
Secondo: non ne ha il potere. Belhaij è il capo dei “più ribelli tra i ribelli” e non rispetta nemmeno l’autorità del Cnt, figuriamoci della Nato.
Terzo: “il noto terrorista islamico” di cui lei parla è solo sospettato di legami con Al Qaeda (come lo era Saddam) e si professa “moderato”, cosa che non ho mai sentito dire dai Qaedisti. Ha combattuto contro i sovietici e non mi pare una cattiva cosa, per liberare dallo straniero un paese e non mi pare una cattiva cosa. “Intrallazzone con la Cia”? Così tanto che lo consegnarono a Gheddafi e al terribile carcere di Abu Salim (vedi strage sopra).
Oggi Belhaji è stato intervistato dal Quotidiano Nazionale (Giorno, Carlino, Nazione), legga :
“II suo passato non la imbarazza? «Noi volevamo solo contrastare Gheddafi in Libia per il popolo di questo Paese. Hanno tentato di mettermi in prigione. L`unico ponte percorribile mi ha portato in Afghanistan.
Era il 1988. Ci sono rimasto fino al 1992. Volevamo aiutare la popolazione nella guerra e nella costruzione della società civile».
Adesso si trova ad essere alleato degli americani. Ma due agenti della Cia l`avrebbero torturata a Bangkok…
«Non abbiamo problemi con gli Stati Uniti. Non li combattiamo! Nel 2000 ho incontrato Osama Bin Laden.
Voleva reclutarci per la guerra santa mondiale».
E lei che ha risposto? «Mi ricordo una battuta. Visto che voleva uccidere tutti gli ebrei e tutti i cristiani, lo invitai a non risparmiare i cinesi, che credono nelle pietre. Ha presente i famosi Buddha di Bamiyan? Insomma, se si hanno problemi politici, non è giusto tingere il contrasto con connotazioni di fede. I cristiani c`erano prima dell`Islam che è venuto per collaborare con le altre religioni. Semplicemente non crediamo in Al Qaeda.
Lei è favorevole alla Sharia, la legge coranica? «Noi vogliamo che la rivoluzione sfoci in un Paese civile e democratico, con il popolo che decide con un voto».”
Lei comunque ha dato il migliore motivo per non credere alla sua stessa previsione: “Il governo sarà un fantoccio”. Se la Nato non è in grado di allontanare dal comando di Tripoli un “sospetto qaedista”, come farà a manovrare un intero paese?
ym
4 settembre 2011
Sarà lei a sbagliarsi, vedrà..io ho sempre ragione
Oro Colato
5 settembre 2011
Come Mussolini, auguri
eferri
6 settembre 2011
Non dia retta a ym, è chiaro che è una persona poco informata.l’intervista è interessante, tratta di un argomento piuttosto delicato. è molto che scrive per un giornale?auguri per la sua carriera, continui così
Oro Colato
6 settembre 2011
Pochi mesi, questo è il quinto articolo che mi hanno pubblicato.
Grazie comunque, non poteva farmi complimenti e auguri migliori.
Os
5 dicembre 2011
Mi sorprende enormemente il commento “Sarà lei a sbagliarsi, vedrà..io ho sempre ragione” che mai e poi mai potrei aver scritto io.
Lei ha nella bacheca la email del commentatore, quindi ne è al corrente – sappiamo entrambi che non sono stato io.
Ad ogni modo un lettore attento comprende che non può essere della stessa persona che aveva lasciato in precedenza commenti articolati e non semplici vaticini
Probabilmente continuiamo ad avere opinioni diverse, non perché io sia poco informato, al contrario e lei lo ha capito benissimo. Qualcosa di più ora sa anche lei perchè perfino la CNN ha un pò abbandonato la propaganda dopo la straordinaria prova di civiltà dell’uccisione di Gheddafi, le autosconfessioni del CNT sulla versione dei fatti, la necrofilia dell’esposizione delle salme.